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Le sfide del presente e del futuro nel terzo libro di Luca Dal Fabbro

Riduzione dei combustibili fossili e promozione delle rinnovabili: è da queste assunti che parte la fase socio-economica, ma non solo, di cui parla il Presidente di Iren e di Utilitalia, Luca Dal Fabbro, nel suo terzo libro. Si tratta di una rivoluzione energetica che mira ad avere profondi effetti nella geopolitica, dal momento in cui chi controlla le fonti acquisisce un fortissimo potere. La quarta transizione energetica, dunque, che vede come priorità emergenti l’accesso all’acqua e l’approvvigionamento dei materie prime critiche e terre rare, indispensabili per una reale trasformazione delle comunità verso un hi-tech in grado di fare la differenza. È un cambiamento spinto anche dalla rivoluzione digitale in corso, che vede il 5G e l’Intelligenza Artificiale nelle vesti di nuovi booster per la competitività.

In tale contesto, il manager delinea quali sono le maggiori sfide del presente e del futuro. Sono tre gli aspetti che più stanno influendo sull’evoluzione delle società, dell’ambiente e delle economie: la deglobalizzazione, intesa come quel processo che sta vedendo la contrapposizione del blocco atlantico con i Paesi BRICS; la decarbonizzazione, da affrontare come una trasformazione delle economie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere la neutralità climatica stabilita con l’Accordo di Parigi; la digitalizzazione, con vantaggi e svantaggi, inclusa la cyber-vulnerabilità.

Il manager ne ha parlato approfonditamente in una intervista per “Il Messaggero”. “Lo scenario che si prospetta è di totale deleadership del mondo: non c’è più un protettore del pianeta come lo erano gli Usa – afferma Luca Del Fabbro –. Questo, citando Tucidide, è il periodo in cui i forti prendono quello che vogliono e i deboli soffrono quello che devono”. Da qui la necessità di “proteggere i sistemi industriali ed economici” e “trovare il giusto compromesso tra sicurezza, competitività e ambiente”. In quest’ottica, il sistema industriale italiano “devetrasformarsi e deve fissare delle priorità, per esempio quali sono le battaglie che vuole vincere”. Significa identificare quali sono i campi in cui si può essere più competitivi. Per il Presidente di Iren, coinciderebbero con “l’industria della rigenerazione, del recupero, dell’economia circolare”, ambiti che ci vedono già leader, ma in cui “possiamo diventarlo ancora di più, esportare le nostre tecnologie, valorizzare i nostri rifiuti e quindi aumentare anche la resilienza dei nostri sistemi

Luca Dal Fabbro: la strategia per l’acqua e l’idroelettrico

Il Presidente di Iren e Utilitalia Luca Dal Fabbro è intervenuto al forum The European House Ambrosetti di Cernobbio, che si è svolto dal 5 al 7 settembre, sul fronte della gestione della risorsa idrica del Paese, sull’acqua e sull’idroelettrico. Con il fine di garantire l’autonomia nazionale per un bene essenziale come l’acqua diventa cruciale allocare investimenti, sarebbe necessario un “Piano Marshall dell’acqua” per incrementare la qualità della risorsa idrica, ridurre il rischio idrogeologico, “risparmiare, far lavorare le imprese”. A margine di ciò, “dai nostri calcoli — ha evidenziato Luca Dal Fabbro — prevediamo che per mettere in sicurezza il sistema idrico italiano e rendere l’Italia un Paese autosufficiente, abbiamo bisogno di circa 6 miliardi all’anno”.

Per quanto riguarda l’idroelettrico, esso rappresenta una fonte rinnovabile molto importante per il Paese, una risorsa strategica che va sostenuta, e “le realtà che possono gestirlo al meglio sono quelle che lo fanno da decenni, con competenza e responsabilità: le multiutility”. Sull’argomento, il manager ha citato il nuovo accordo raggiunto tra la Francia e la Commissione Europea come un esempio che potrebbe tornare utile anche per l’Italia. L’accordo stipulato consente di salvaguardare i produttori, la sicurezza e in consumatori, poiché “la difesa degli interessi nazionali deve prevalere su una liberalizzazione estrema senza controllo”.

Il modello francese può essere di ispirazione anche per il nostro Paese, poiché “è fondamentale — ha ribadito Luca Dal Fabbro — che in Italia si arrivi, in accordo con il Governo e con le associazioni di settore come Utilitalia, a una soluzione sulle concessioni idroelettriche che permetta la continuità gestionale. Una continuità che ha dimostrato di essere efficiente, sicura e sostenibile nel tempo”.

La gestione delle risorse energetiche diventa importante, dal momento in cui l’Italia importa buona parte della propria energia dall’estero e le infrastrutture “devono essere capaci di portare in tempo di pace e in tempo di guerra l’energia che ci serve”.

 

Per maggiori informazioni:

https://lagazzettatorinese.it/dal-fabbro-utilitalia-piano-marshall-per-rendere-competitiva-industria/

https://www.industriaitaliana.it/idroelettrico-dal-fabbro-iren-utilitalia/

 

“Proteggere il futuro”: il libro di Luca Dal Fabbro sulle tre transizioni globali

Le grandi transizioni globali – energetica, digitale e geopolitica – affrontate con pragmatismo, visione e responsabilità grazie a un modello decisionale che mette al centro le tre priorità fondamentali: competitività economica, sicurezza energetica e resilienza ambientale. Nel libro “Proteggere il futuro”, edito da Rubbettino, Luca Dal Fabbro invita a superare le separazioni settoriali tra economia, politica e ambiente, con una visione integrata che riesce a trasformare le crisi in un’opportunità di cambiamento positivo.

Rivolgendosi a istituzioni, aziende e cittadini, il Presidente di Iren realizza un’analisi incrociata su economia, politica internazionale e sfide ambientali, evidenziando la necessità di superare la storica separazione tra settori per costruire nuovi modelli decisionali con i quali poter convertire l’incertezza in un vantaggio strategico, ricorrendo a strumenti analitici e istituzionali all’altezza delle sfide attuali.

Per proteggere il futuro si devono considerare i fenomeni che avvengono intorno a noi, ossia le transizioni globali: quella energetica, quella relativa al digitale e la deglobalizzazione. Questi tre fenomeni costituiscono l’ecosistema in cui dobbiamo sopravvivere. Proteggere il futuro significa dunque fissare le priorità e i pilastri su cui fondarlo: l’industria è uno di questi, assieme all’ambiente e alla competitività del sistema economico. Avere una sicurezza economica ed energetica vuol dire avere anche una tenuta sociale”, ha affermato Luca Dal Fabbro durante l’evento di presentazione del libro, a Roma.

Tra i pilastri del pensiero di Luca Dal Fabbro c’è la resilienza ambientale, intesa non come un obiettivo retorico, bensì come una condizione necessaria per garantire continuità alle società umane. Altrettanto fondamentale è il ruolo della politica industriale nella costruzione di un’autonomia strategica. Lo sviluppo industriale viene visto come una risorsa chiave sia per la crescita economica che per costruire un sistema-paese più stabile e innovativo.

“Proteggere il futuro” si presenta dunque come una bussola per orientarsi in un mondo che si evolve in continuazione. Un manuale che offre ai lettori degli strumenti interpretativi efficaci, in grado di indirizzare le decisioni strategiche in un contesto globale altamente instabile in cui la posta in gioco è altissima: assicurare che la transizione ecologica ed energetica sia anche una transizione sociale e democratica.

Costi energetici, Luca Dal Fabbro: il governo e le autorità stanno lavorando bene

Luca Dal Fabbro ha espresso un giudizio positivo sulle misure adottate dal governo e dall’Arera per contenere i costi energetici: “Credo che sia il governo sia l’Autorità stiano lavorando bene”, ha dichiarato a margine del Simposio Internazionale EU-Italy Energy Days, tenutosi a Torino. Tra le soluzioni efficaci per la riduzione del costo dell’energia, ha citato Gas ed Energy Release, ritenendoli strumenti chiave per garantire prezzi più accessibili a famiglie e imprese, e per promuovere al contempo la transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Il Presidente ha poi ribadito l’importanza di incrementare le fonti rinnovabili per un ulteriore contenimento dei costi: “Le nostre offerte sul mercato libero per il privato vanno in questa direzione”.

Sul tema della volatilità dei prezzi dell’energia, Luca Dal Fabbro ha confermato la necessità di contrastare le speculazioni finanziarie, in particolare nei mercati nord-europei come la Borsa di Amsterdam. “Dobbiamo cercare di avere delle regole che permettano di non avere balzi per questioni speculative”, ha dichiarato. “Il sistema italiano è abbastanza resiliente, non dipende solo dai prezzi della borsa di Amsterdam, ma anche dai contratti di lungo periodo di importazione, soprattutto del gas – ha rassicurato – Non ci aspettiamo un aumento a breve”.

Riflettendo poi sulle politiche economiche internazionali, il Presidente di Iren ha commentato gli annunci di Donald Trump, suggerendo cautela prima di trarre conclusioni sugli effetti di eventuali dazi: “Credo che dovremo attendere qualche settimana o mese per comprendere. Ci sono tanti punti ancora aperti, tanti interrogativi”.

Luca Dal Fabbro ha infine risposto alle domande su un possibile interesse del Gruppo Iren a possibili acquisizioni future, ribadendo l’interesse della società nell’analizzare eventuali opportunità di mercato, come il caso Egea e, potenzialmente, gli asset di Engie. “Noi guardiamo tutti i dossier, quindi mai dire mai – ha concluso – Le opportunità bisogna valutarle”.

Luca Dal Fabbro: Italia, ponte energetico per l’Europa

Il ruolo dell’Italia nel panorama energetico europeo non è mai stato così cruciale. In una recente intervista a La Stampa e al Secolo XIX, Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, ha affrontato i temi legati alla sicurezza energetica, al contrasto alla speculazione sui prezzi e alla necessità di un’autonomia energetica europea.

Secondo Luca Dal Fabbro, l’Italia ha saputo adattarsi rapidamente al contesto internazionale, caratterizzato dalla riduzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina. “Oggi il sistema europeo, e quindi quello italiano, è molto più resilienterispetto allo scoppio della guerra in Ucraina”, ha dichiarato. Quattro i fattori chiave che contribuiscono a questa resilienza. La riduzione della domanda:un processo di de-industrializzazione sta abbassando il consumo complessivo di gas. Elevati livelli di stoccaggio: attualmente, le riserve italiane sono al 75-80%. Clima favorevole: le temperature miti dell’inverno riducono il fabbisogno energetico. Diversificazione delle fonti: l’incremento delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) da Paesi come Algeria, Egitto, Qatar, Stati Uniti e Azerbaigian ha rafforzato l’approvvigionamento.

Il Presidente di Iren ha confermato l’importanza del sistema infrastrutturale italiano, con gasdotti come il Transmed, il GreenStream e il Tap, e terminali di rigassificazione che rendono il Paese un punto di riferimento per l’intero continente. “In Europa rappresentiamo uno dei pilastri cruciali. C’è il nucleare della Francia, c’è il gas che importiamo noi e ci sono i rigassificatori tedeschi e polacchi. A oggi si può affermare che l’Italia è un Paese essenziale”, ha fatto sapere.

Nonostante il gas resti indispensabile nel breve termine, il Presidente di Iren ha ribadito l’urgenza di accelerare sulla transizione energetica. “Occorre aumentare gli investimenti nelle rinnovabili, nell’efficienza energetica e nella termovalorizzazione dei rifiuti”, ha affermato mettendo anche in luce la necessità di ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero, puntando sulla reindustrializzazione europea e sull’economia circolare.

Pur riconoscendo il potenziale del nucleare, Luca Dal Fabbro ha invitato alla prudenza: “Servono una legge, una società di controllo e un’infrastruttura tecnocratica adeguata”. Nel frattempo, ha esortato a concentrarsi sulle tecnologie già disponibili per affrontare le sfide energetiche e climatiche.

RCS Academy, Luca Dal Fabbro: “Il manager di oggi deve essere olistico e interprete del cambiamento”

In un’epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e improvvisi, il mondo del lavoro richiede competenze sempre più innovative e adattabili. Il Presidente di Iren offre una prospettiva illuminante su ciò che serve oggi a un manager per affrontare al meglio le sfide del mercato contemporaneo.

Una delle competenze fondamentali per i manager moderni è, secondo Luca Dal Fabbro, la flessibilità. “Il mondo varia in maniera molto veloce – afferma – Ci sono molti fenomeni nuovi e cigni neri, eventi non prevedibili, e dinamiche di mercato che stanno cambiando. Fenomeni che sono accelerati dall’intelligenza artificiale e dalla globalizzazione o de-globalizzazione”. In questa fase, caratterizzata da un maggiore conflitto fra sistemi, economie e tecnologie, serve dunque un manager olistico e in grado di interpretare i cambiamenti. Una figura “che possa coniugare gli aspetti tecnologici, quelli di project management e di buona execution e che abbia una visione chiara del futuro, tenendo conto di queste dinamiche dirompenti che potranno rappresentare delle grandi opportunità ma anche dei grandi rischi”.

Dalla cybersecurity all’intelligenza artificiale, dalle biotecnologie alle tecnologie in generale, un manager deve dunque saper interpretare i driver che stanno guidando il nuovo mercato del lavoro. Ma non solo. Deve essere preparato anche sulle sfide legate alla persona. “Le risorse umane – osserva Luca Dal Fabbro – oggi stanno cambiando in termini di approccio, richieste, esigenze. I giovani pensano al lavoro in modo diverso rispetto alle altre generazioni. Un manager deve capire come motivare le giovani risorse, formarle e renderle capaci di competere e comprendere le dinamiche che avvengono intorno a lui”.

Luca Dal Fabbro: lavorare sugli approvvigionamenti per un sistema economico più resiliente

In una recente intervista rilasciata al quotidiano “La Verità”, il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro fa il punto sulla situazione relativa alle materie critiche in Europa e in Italia, sottolineando come il recupero di tali materiali, ad esempio dai rifiuti elettrici ed elettronici, possa contribuire significativamente a ridurre la dipendenza dall’estero.

Attualmente è la Cina il maggiore importatore di materie prime critiche in Europa, seguita da Russia, Sud Africa, Stati Uniti e Brasile. La crescente domanda di tali materiali, influenzata anche dalla transizione ecologica, spinge però a ricercare soluzioni alternative, più sicure e sostenibili. Secondo Luca Dal Fabbro, “il recupero delle materie prime da apparecchiature elettriche ed elettroniche” rappresenterebbe “un importante potenziale per dare una rapida ed efficace risposta”. Solo in Italia, negli ultimi cinque anni la produzione industriale supportata da materie prime critiche è incrementata del 51%, arrivando a influenzare la competitività del Paese per un valore di 690 miliardi di euro, ovvero il 32% del Pil.

Con lo sviluppo di filiere domestiche nella transizione energetica e digitale, questo numero è destinato a crescere ancora, richiedendo “un importante sforzo sugli approvvigionamenti”. Tra i materiali chiave per l’industria italiana il rame, l’alluminio, l’oro, l’argento e il platino.

Il nostro sistema economico – spiega il Presidente di Iren – è più resiliente quando siamo in grado di garantire l’approvvigionamento di questi materiali che influenzano per un terzo il Pil nazionale. L’Italia è, dopo la Germania, il secondo Paese europeo per contributo delle materie prime critiche alla produzione industriale”.

Oltre alle miniere, è possibile concentrarsi su altri fronti, in un’ottica di circolarità. Nei prossimi anni, ad esempio, “la transizione energetica genererà una ‘miniera’ di materie prime critiche legate agli impianti che hanno raggiunto il fine vita”. Lo stesso Gruppo Iren, fa sapere Luca Dal Fabbro, sta lavorando con l’australiana Altamin allo studio e allo sviluppo del recupero del litio dalle salamoie geotermiche nel Lazio. Il processo si baserebbe sulle normali operazioni geotermiche, con un notevole risparmio di emissioni di Co2.

Infine, il discorso del piano Mattei: “uno dei pilastri su cui Italia ed Europa dovranno costruire la propria indipendenza economica e tornare ad occupare un ruolo strategico nello scacchiere geopolitico internazionale”.

Iren, Luca Dal Fabbro: verso un modello rigenerativo e circolare

A novembre 2021, Iren ha avviato il suo più ambizioso Piano Industriale che guarda al 2030 e che, aggiornato nel 2024, ha visto un significativo potenziamento dei principali driver di allocazione del capitale. Il piano prevede investimenti per 8,2 miliardi di euro nei prossimi sette anni, destinati principalmente a infrastrutture energetiche, ciclo idrico, sviluppo di capacità rinnovabili e settore ambientale, in linea con la missione di Iren verso l’economia circolare e la transizione ecologica.

Ne ha parlato il Presidente Luca Dal Fabbro che ha approfondito il ruolo dell’approccio ESG e l’impegno di Iren per un futuro sostenibile e rigenerativo nell’intervista pubblicata su “Milano Finanza”. L’approccio ESG risulta essere essenziale per realizzare un cambio di paradigma, passando dal tradizionale modello “take-make-dispose” a uno basato sulla valorizzazione delle risorse. Secondo il Presidente, tale approccio migliora la competitività delle aziende, oltre a creare un modello economico rigenerativo, dove sostenibilità e governance trasparente sono centrali per il futuro. “Il modello economico che avrà spazio nel futuro è rigenerativo e circolare dove le tematiche ESG, come il sociale e la buona e trasparente governance aziendale, saranno centrali e pivotali”, ha fatto sapere.

La visione sostenibile di Iren si manifesta attraverso un Piano Industriale orientato alla resilienza urbana, alla decarbonizzazione e all’economia circolare. Con il 70% degli investimenti sostenibili ammissibili alla Tassonomia Europea, il Gruppo si impegna a tutelare risorse idriche e a supportare il territorio. Dal 2017, l’azienda ha emesso sei Green Bond, totalizzando 3 miliardi di euro e testimoniando l’interesse degli investitori per la strategia di crescita sostenibile del Gruppo. Gli ultimi bond, emessi nel 2024, hanno attratto domanda per quasi cinque volte il valore offerto, garantendo la solidità finanziaria necessaria a supportare gli impegni presi.

La piattaforma RigeneRare, avviata nel 2024, rappresenta un passo strategico per la creazione di una filiera nazionale di riciclo delle terre rare. “La piattaforma RigeneRare – ha commentato Luca Dal Fabbroè stato il primo passo per aggregare visioni e competenze di imprese, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di mettere a fattor comune dati e informazioni che indirizzino lo sviluppo del settore dando uno slancio concreto alla transizione ecologica del Paese”.

In questo contesto, Iren è fortemente impegnata sul piano dell’economia circolare, che può permettere di soddisfare fino al 30% del fabbisogno italiano di materie prime critiche entro il 2040; il Gruppo avvierà a fine anno il primo impianto in Europa basato su tecnologia idrometallurgica

L’impegno verso il territorio è un altro dei pilastri della strategia di Iren, che da sempre investe per migliorare la qualità della vita e favorire uno sviluppo sostenibile delle comunità. Questo si traduce in progetti come EfficienTo, il piano di riqualificazione di 800 edifici a Torino, e in altre iniziative di sostenibilità condivise con gli stakeholder locali.

Luca Dal Fabbro guida Iren nell’acquisizione strategica di Egea

L’acquisizione di Egea da parte di Iren, guidata dal presidente Luca Dal Fabbro, rappresenta una mossa strategica che rafforza la presenza del gruppo in Piemonte e Liguria. Iren, una delle principali multiutility italiane, serve un vasto numero di clienti nei settori energetico, idrico e ambientale. Con questo importante passo, l’azienda punta a consolidare ulteriormente la sua posizione di leadership nel mercato energetico.

L’operazione di acquisizione, conclusa dopo oltre un anno, si è dimostrata complessa sotto vari aspetti, ma necessaria per mettere a punto un progetto di rilancio su un territorio di grande rilevanza strategica. Luca Dal Fabbro ha spiegato: “Ci sono tre motivi per cui ho fortemente voluto portare a termine l’acquisizione di Egea. Il primo è che il territorio dov’è radicata (cuneese e basso Piemonte) ha un altissimo potenziale economico sia per le grandi imprese presenti, e penso ad esempio a Ferrero, sia per un tessuto manifatturiero brillantissimo e ricco. Il secondo è che ho visto le capacità di questa azienda e credo che possiamo rilanciarla.” Inoltre, l’acquisizione è risultata cruciale anche dal punto di vista della competitività di Iren. Questo intervento ha infatti permesso alla multiutility di consolidare la propria leadership territoriale nell’area del Nord Ovest.

L’acquisizione si inserisce in una visione più ampia di crescita e sviluppo per Iren, che mira a integrare le attività di Egeaattraverso un modello di gestione ibrido, che permetterà a Egea di beneficiare delle risorse e delle competenze di Iren, pur mantenendo una certa indipendenza operativa. Dal Fabbro ha sottolineato l’importanza delle sinergie che si stanno delineando: “Le stiamo cominciando a creare per migliorarne il funzionamento e già abbiamo ottenuto dei risultati con un Ebitda che ha raggiunto i 35 milioni e contiamo arrivi a 55-60 milioni entro il 2024”.

Un altro aspetto cruciale dell’acquisizione riguarda gli investimenti programmati da Iren, che puntano a rilanciare Egea attraverso progetti concreti e mirati. Questi includono iniziative nel settore delle energie rinnovabili, e relativi ai settori ambientale e delle reti. Sul tema della rinnovabili, Luca Dal Fabbro ha confermato l’impegno dell’azienda nel perseguire una politica di sostenibilità, affermando: “Abbiamo appena finalizzato l’acquisto per la realizzazione del primo grande impianto agrivoltaico avanzato in Italia a Rovigo e ora guardiamo al fotovoltaico in Puglia dove stiamo aspettando di chiudere un’operazione importante”. Ha poi aggiunto: “Abbiamo da subito iniziato a parlare con gli stakeholder e vogliamo stabilire un rapporto di normalità che superi le tensioni con lavoratori e creditori”. Questo processo di riconciliazione, che include un piano di investimenti significativi, è fondamentale per garantire una ripresa solida e sostenibile dell’azienda.

Luca Dal Fabbro presenta il nuovo hub RigeneRare alla Camera

Presentato il 22 luglio 2024, il nuovo hub RigeneRare rappresenta un progetto ambizioso, che mira a trasformare l’Italia in un punto di riferimento per il riciclo delle materie prime critiche e dei metalli preziosi. L’iniziativa è promossa da Luca Dal Fabbro, Presidente di Gruppo Iren, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, insieme ad altre importanti figure istituzionali. L’obiettivo è creare una filiera nazionale sostenibile e resiliente.

RigeneRare nasce dalla necessità di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di materiali essenziali come litio, cobalto e terre rare, fondamentali per la transizione verde e digitale. Attraverso l’adozione di tecnologie avanzate di recupero e riciclo, il nuovo hub punta a sviluppare un sistema di approvvigionamento sicuro e diversificato, favorendo la crescita dell’economia circolare nel settore delle materie prime critiche.

“Il tema delle materie prime critiche è sempre più presente nel dibattito pubblico, anche grazie all’interesse che il Governo gli ha riservato in questi mesi”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro durante la presentazione. “A maggio 2023, come Iren, abbiamo promosso un primo studio sulle potenzialità di questo tema nell’ambito dell’economia circolare”.

L’Italia e l’Europa dipendono fortemente da paesi extra-UE, in particolare dalla Cina, per l’approvvigionamento di materie prime critiche. RigeneRare intende affrontare questa sfida puntando sul riciclo e sull’economia circolare, soluzioni che non solo riducono la necessità di nuove estrazioni minerarie, ma offrono anche significativi benefici ambientali ed economici. Il progetto, come sottolineato da Luca Dal Fabbro, “ben si sposa anche con gli obiettivi del Piano Mattei, portato avanti dal Governo”.

Attualmente, la filiera impiantistica nazionale è poco sviluppata e il contributo del riciclo alla domanda di materie prime è minimo. RigeneRare mira a cambiare questa situazione raccogliendo e organizzando dati sulla filiera, promuovendo l’integrazione tra attori accademici e industriali e favorendo lo sviluppo di competenze specialistiche nel settore del riciclo.

Grazie a questo nuovo hub, l’Italia punta a diventare un modello di sostenibilità e innovazione nel settore delle materie prime critiche, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 e riducendo la dipendenza dalle importazioni di materiali essenziali.

Luca Dal Fabbro: il piano di Iren da 8,2 miliardi di euro per lo sviluppo sostenibile dei territori

Nei prossimi sette anni, Iren investirà 8,2 miliardi di euro destinati soprattutto allo sviluppo delle infrastrutture delle reti energetiche e del ciclo idrico, all’ampliamento della capacità rinnovabile e al settore ambientale. È quanto riportato nel piano industriale presentato dalla multiutility guidata dal Presidente Luca Dal Fabbro.
Rispetto al piano precedente, questo presenta un incremento dei progetti sui business regolati, una rimodulazione degli impianti di sviluppo ambiente e un focus maggiore sulle operazioni organiche. Circa il 94% degli investimenti riguarderà infatti la crescita organica e solo il 6% concernerà operazioni di consolidamento. L’80% delle risorse saranno focalizzate sui settori regolati, allo scopo di potenziare, ammodernare e digitalizzare i servizi a rete, ma anche sviluppare capacità rinnovabile, attraverso contratti Ppa e incentivi, estendere il teleriscaldamento e migliorare ulteriormente il servizio della raccolta dei rifiuti urbani. Nel dettaglio, dei 2,8 miliardi di euro utilizzati per incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi a rete, il 58% dei fondi andrà al servizio idrico integrato, il 29% alle reti dell’energia elettrica e il 13% alla distribuzione del gas.
Sono previsti investimenti per 8,2 miliardi di euro a supporto di un Ebitda a circa 1,8 miliardi di euro nel 2030 – spiega Luca Dal Fabbro – Tale incremento è sostenuto dalla crescita organica, trainata dai business regolati dell’infrastruttura di rete che raggiungeranno 4,5 miliardi di euro di Rab, dalla realizzazione di 1,2 GW di nuova capacità rinnovabile, dallo sviluppo di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti e dall’incremento della customer base a 2,6 milioni di clienti”.
Come ricordato dal Presidente di Iren, al raggiungimento dei target industriali di tutte le business unit contribuirà anche il consolidamento di Egea e Sienambiente, mentre il processo di efficientamento supporterà la crescita dell’Ebitda per circa 130 milioni di euro. Stando a quanto previsto dal piano, entro il 2030 il margine operativo lordo dovrebbe subire un incremento di oltre 600 milioni rispetto al 2023.
In questo piano, confermando la visione strategica intrapresa e fondata sulla transizione ecologica, la territorialità e la qualità dei servizi introduciamo una nuova allocazione del capitale, che ha alla base un piano di investimenti solido, visibile nei ritorni attesi e flessibile – spiega Luca Dal Fabbro – A questi elementi si aggiunge un’elevata attenzione alla disciplina finanziaria, finalizzata al mantenimento degli attuali livelli di rating, e una dividend policy caratterizzata da un’estesa visibilità e solidità, con un dividendo per azione in crescita dell’8% annuo fino al 2027”.