In una recente intervista rilasciata al quotidiano “La Verità”, il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro fa il punto sulla situazione relativa alle materie critiche in Europa e in Italia, sottolineando come il recupero di tali materiali, ad esempio dai rifiuti elettrici ed elettronici, possa contribuire significativamente a ridurre la dipendenza dall’estero.
Attualmente è la Cina il maggiore importatore di materie prime critiche in Europa, seguita da Russia, Sud Africa, Stati Uniti e Brasile. La crescente domanda di tali materiali, influenzata anche dalla transizione ecologica, spinge però a ricercare soluzioni alternative, più sicure e sostenibili. Secondo Luca Dal Fabbro, “il recupero delle materie prime da apparecchiature elettriche ed elettroniche” rappresenterebbe “un importante potenziale per dare una rapida ed efficace risposta”. Solo in Italia, negli ultimi cinque anni la produzione industriale supportata da materie prime critiche è incrementata del 51%, arrivando a influenzare la competitività del Paese per un valore di 690 miliardi di euro, ovvero il 32% del Pil.
Con lo sviluppo di filiere domestiche nella transizione energetica e digitale, questo numero è destinato a crescere ancora, richiedendo “un importante sforzo sugli approvvigionamenti”. Tra i materiali chiave per l’industria italiana il rame, l’alluminio, l’oro, l’argento e il platino.
“Il nostro sistema economico – spiega il Presidente di Iren – è più resiliente quando siamo in grado di garantire l'approvvigionamento di questi materiali che influenzano per un terzo il Pil nazionale. L'Italia è, dopo la Germania, il secondo Paese europeo per contributo delle materie prime critiche alla produzione industriale”.
Oltre alle miniere, è possibile concentrarsi su altri fronti, in un’ottica di circolarità. Nei prossimi anni, ad esempio, “la transizione energetica genererà una ‘miniera’ di materie prime critiche legate agli impianti che hanno raggiunto il fine vita”. Lo stesso Gruppo Iren, fa sapere Luca Dal Fabbro, sta lavorando con l’australiana Altamin allo studio e allo sviluppo del recupero del litio dalle salamoie geotermiche nel Lazio. Il processo si baserebbe sulle normali operazioni geotermiche, con un notevole risparmio di emissioni di Co2.
Infine, il discorso del piano Mattei: “uno dei pilastri su cui Italia ed Europa dovranno costruire la propria indipendenza economica e tornare ad occupare un ruolo strategico nello scacchiere geopolitico internazionale”.